Parisi (Fnsi): “L’ex giocatore di rugby ha perso l’occasione per un virtuale terzo tempo”

Eloisa Covelli: “Perché ho denunciato Lo Cicero”

Eloisa Covelli e Myrta Merlino oggi in trasmissione

Eloisa Covelli e Myrta Merlino oggi in trasmissione su La7

ROMA –  «Sono state le sue frasi “i paraspalle sono roba da frocetti” e “zingari di merda” a spingerci a cercare Andrea Lo Cicero (M5S), ex campione di rugby e assessore  allo sport in pectore del sindaco di Roma, Virginia Raggi. Così abbiamo mandato a Nepi la nostra giornalista Eloisa Covelli per intervistarlo. Nessuna violenza, nessun attentato alla vita di nessuno, ma un clima molto sgradevole che ha costretto la giornalista a sporgere denuncia. Nessun processo, ma la necessità di denunciare “un clima sgradevole che impone di abbassare i toni”». In sintesi, la conduttrice de “L’aria che tira”, Myrta Merlino, ha così riassunto “l’incidente” che, ieri mattina, ha visto protagonista la giornalista Eloisa Covelli alla quale l’intervista “è stata brutalmente rifiutata, al punto di dover chiamare i carabinieri”.

Eloisa Covelli

Eloisa Covelli

Eloisa ha raccontato, stamane in trasmissione, la vicenda finita nella denuncia presentata ai carabinieri di Nepi e sottoscritta anche dall’operatore. “Sono andata nei pressi della casa (che mi risulta essere anche azienda agricola) – scrive Covelli – di Andrea Lo Cicero, assessore in pectore di Virginia Raggi, a Nepi, in provincia di Viterbo. Una volta individuata quella che poteva essere casa sua (videosorvegliata e recintata con filo spinato) imbocco una stradina sterrata priva di segnaletica o altro. È una stradina senza uscita che dà in un casolare abbandonato. Una volta percorsa tutta, torno indietro e qui mi viene incontro Andrea Lo Cicero con la sua Range Rover. Scende e si avvicina minaccioso all’auto dicendo che non possiamo fare le riprese. Dalle immagini (che consegnerò ai pm e che La7 ha deciso di non mandare in onda) si sente la mia voce (“scusi, non lo sapevo”) e appena l’operatore abbassa la telecamera (noi siamo sempre in macchina) Lo Cicero dal finestrino mette una mano  dentro la nostra auto e strappa a l’operatore l’obiettivo della telecamera: Non contento si ributta sulla telecamera facendo rompere la cinta della telecamera, il video Lcd. Si scalfisce anche l’orologio dell’operatore” – oggetti che Eloisa Covelli mostra in trasmissione, ndr – .
“A quel punto, presi dalla paura – aggiunge la giornalista de La7 – ci barrichiamo in auto, lui fa delle telefonate (dice anche che sta chiamando il 113) e io chiamo redazione e il Sindacato dei giornalisti. Dopo si calma, ci ridà l’obiettivo dal finestrino e ci dice che però non ce ne possiamo andare. Ha infatti lasciato la sua Range Rover davanti alla mia auto”.
“Appena ci rendiamo conto che è ritornato in sé – spiega la Covelli – scendiamo dalla macchina e facciamo delle riprese per dimostrare che non eravamo entrati in casa sua come diceva (è circondata da filo spinato e videosorveglianza), ma che eravamo semplicemente andati in una stradina adiacente, che lui dice essere sua, ma anche il verbale dei carabinieri attesta che non c’è nessun segnale di proprietà privata. Riusciamo a fare le riprese nonostante le giunture dell’obiettivo siano rotte perché l’operatore tiene l’obiettivo con la mano, come si vede chiaramente dal video postato anche da Lo Cicero”.

Andrea Lo Cicero

Andrea Lo Cicero

“Visto che non arrivava nessuno, passato qualche minuto, chiamo anche io i carabinieri (questo video lui lo posta su Fb), non ricordavo esattamente l’indirizzo di casa sua, glielo chiedo e non me lo vuole dare (come si sente bene nel video che lui posta) e quindi vado a prenderlo in auto. Siccome mi stava seguendo, mi sono impaurita (avevo poco prima visto la sua ira scoppiare all’improvviso e rompere la telecamera) e quindi faccio quella corsetta verso la macchina, dove mi chiudo dicendo: “Aspetti un attimo, non so se questo mi sta per menare”. Mi ero impaurita, lui mi stava inseguendo, non sapevo perché. L’avevo appena visto danneggiare la telecamera”.
“Nella denuncia – sottolinea la giornalista – ho precisato che non ho preso botte, ma solo che ha rotto la telecamera e mi ha impedito, fino all’arrivo dei carabinieri, di uscire da quella stradina con la mia auto. Dalle immagini si capisce che non sono stata affatto aggressiva con lui, non ho violato proprietà privata (ammesso che quella stradina fosse sua me ne sarei andata subito se me l’avesse consentito), né ho voluto esagerare la verità delle cose”.
Il segretario generale aggiunto della Fnsi, Carlo Parisi, contattato da Eloisa Covelli nei concitati momenti seguiti alla scomposta reazione di Lo Cicero, esprime piena solidarietà alla giornalista ricordando che, “al di là delle responsabilità penali e civili, sulle quali è stata chiamata a pronunciarsi la magistratura, l‘episodio evidenzia, ancora una volta, il clima di intolleranza che anima numerosi amministratori, o aspiranti tali, nei confronti dei giornalisti, ovvero di quanti sono impegnati, quotidianamente, a garantire ai cittadini un’informazione non preconfezionata”.
“Dispiace, inoltre, che un uomo di sport, tra l’altro di uno sport pacifico come il rugby, alla fine dell’incontro abbia perso l’occasione per un virtuale ’terzo tempo’ con la giornalista e l’operatore o, magari, con la conduttrice della trasmissione che, stamane, l’aveva cortesemente invitato in trasmissione”. (giornalistitalia.it)

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