Centinaia di giornalisti e attivisti arrestati e più di 400 siti Internet bloccati

Egitto: giro di vite alla libertà di espressione

EgittoIL CAIRO (Egitto) – In Egitto continua la campagna di censure e arresti contro giornalisti, blogger e artisti giudicati controversi. Il quotidiano inglese Daily Telegraph riporta che la scorsa settimana un popolare blogger è stato arrestato per adesione a un gruppo terroristico, incitamento contro lo Stato e per aver tentato di organizzare manifestazioni senza permessi.
Islam al-Refaei ha un popolare seguito su Twitter, con più di 75.000 follower, dove pubblicato post irriverenti spesso accompagnati da foto allusive di donne. Al-Refaei è anche noto per le sue posizioni liberali e iconoclaste rispetto alla politica del paese, suscitando perplessità negli attivisti rispetto alla consistenza delle accuse.
“Per un giovane come Islam, conosciuto da migliaia di persone come un liberale, i suoi account Twitter o Facebook dimostrano che non può essere accusato di appartenere a un gruppo politico o religioso” ha dichiarato la Ong Arabic Network for Human Rights Information che promuove la libertà di espressione nel mondo arabo, secondo quanto riportato dal Daily Telegraph.
Il caso è l’ennesimo di quello che sembra essere un inasprimento delle misure contro la libertà d’espressione in Egitto nelle ultime settimane. A inizio settimana nel parlamento egiziano è stata presentata una nuova legge che persegue “commentatori politici e intellettuali pesantemente coinvolti nella diffamazione dei simboli storici e religiosi del Paese” e prevede condanne da tre a sette anni di prigione e multe da 500.000 stelline egiziane, pari a più di 24.000 euro.
La proposta di legge è stata presentata in seguito alle dichiarazioni di una giornalista contro un popolare uomo religioso, morto nel 1998, durante una trasmissione televisiva. La giornalista Farida al Shobashi ha accusato Mohamed Metwalli al-Sharawi e altri religiosi di aver avuto un ruolo di primo piano nel fomentare lotte settarie a partire dagli anni ’70, nel paese e nel mondo arabo. Al-Sharawi è stato uno degli uomini religiosi più apprezzati nella storia recente del Paese. “Non possiamo trasformare queste persone in idoli. Tutti dovrebbero essere esposti a critiche” aveva detto la giornalista nel corso di un’intervista su una rete privata.
“Non possiamo rimanere in silenzio né accettare che uno dei nostri simboli religiosi piu’ grandi sia insultato sugli schermi televisivi” ha, invece, dichiarato uno dei parlamentari che sostengono la legge, ripreso dal quotidiano governativo Ahram. Anche gli artisti più popolari non sono stati risparmiati da misure repressive. Lunedì è stata estesa la detenzione di Shima; una cantante 25enne arrestata per per incitamento alla “dissolutezza”, a causa di un video spinto di una sua canzone pop in cui era ripresa mentre mangiava una banana. La pop star Sherine, molto popolare nel mondo arabo, invece andrà a processo a dicembre per aver “insultato il Nilo”. Anche in questo caso ha causato sdegno un video emerso online, in cui durante un concerto negli Emirati Arabi Uniti rispondeva scherzosamente a uno spettatore che le chiedeva di cantare un suo pezzo chiamato “Hai mai bevuto dal Nilo?”. “No, mi prenderei la la schistosomiasi. Beviti l’Evian, è meglio” la risposta di Sherine, in cui si riferiva a una malattia parassitaria, che le sono costate anche la sospensione del permesso per esibirsi nel paese.
Secondo la Ong Arabic Network for Human Rights Information, centinaia di giornalisti e attivisti sono stati arrestati in Egitto e più di 400 siti sono stati bloccati. (agi)

 

 

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