Per il sit-in contro la cessione all’Arabia Saudita delle isole Tiran e Sanafir

Egitto: arresti e feriti al Sindacato giornalisti

sindacato giornalisti EgittoIL CAIRO (Egitto) – Diversi giornalisti egiziani sono stati feriti e altri arrestati in scontri con le forze di sicurezza dentro e fuori dall’edificio del Sindacato della stampa al centro del Cairo. Decine di giornalisti hanno inscenato ieri un sit-in al terzo piano del palazzo per contestare l’approvazione, da parte della commissione affari legislativi del parlamento egiziano, del controverso accordo sulla cessione all’Arabia Saudita della sovranità sulle isole Tiran e Sanafir. La protesta è stata condannata dal nuovo presidente del sindacato, Abdel Mohsen Salama, che a differenza del suo predecessore è considerato molto vicino all’apparato della sicurezza egiziana. Le forze di sicurezza hanno prontamente circondato l’edificio nel centro del Cairo dove i giornalisti sono rimasti bloccati per ore, salvo poi uscire “scortati” dalla polizia.
“Ci hanno fatto uscire come se fossimo prigionieri di guerra”, ha scritto su Facebook Mohamed Adel, giornalista del quotidiano statale “Al Ahram”. Tra i giornalisti arrestati anche Abdel Rahman Maklad del quotidiano “al Youm al Sabea”.
Il ministero dell’Interno egiziano ha reso noto che le forze di sicurezza hanno avuto indicazioni di rafforzare i controlli e di essere pronte a respingere qualsiasi tentativo di sabotare o di manifestare senza permesso, in occasione della seduta conclusiva del dibattito parlamentare sulla cessione delle isole del Mar Rosso e sull’accordo di demarcazione dei confini con l’Arabia Saudita. La seduta è prevista per oggi al Cairo. Il ministero ha messo in allerta la polizia in tutto il paese e in particolare nella capitale, per controllare qualsiasi tentativo di manifestare o di provocare incidenti. Controlli eccezionali verranno effettuati nelle stazioni ferroviarie e della metropolitana del Cairo.
La commissione affari legislativi del parlamento egiziano ha approvato ieri il controverso accordo sulla cessione all’Arabia Saudita della sovranità sulle isole del Mar Rosso, scatenando diverse proteste. I membri del movimento di opposizione 25-30 sono stati deferiti al Comitato dei valori, un organo disciplinare del parlamento, in seguito al rifiuto di inviare alla Commissione difesa e sicurezza la discussione dell’accordo. La decisione di sanzionare disciplinarmente il blocco 25-30 (chiamato così in riferimento alle rivolte popolari del 25 gennaio 2011 contro Hosni Mubarak e del 30 giugno 2013 contro il suo successore alla presidenza, Mohammed Morsi, esponente dei Fratelli musulmani) è arrivata dopo l’approvazione dell’accordo in sede di commissione. L’accordo dovrà essere discusso presso la commissione Difesa e in seguito in una sessione plenaria del parlamento. Il blocco 25-30 ha inscenato una protesta all’interno della Camera dei rappresentanti contro il rinvio all’organismo disciplinare.
Nel frattempo, il Tribunale amministrativo del Consiglio di Stato egiziano ha aggiornato al 2 luglio prossimo l’udienza per esaminare 11 cause legali intentate per annullare le discussioni parlamentari sull’accordo con l’Arabia Saudita che garantisce a Riad il controllo delle isole Tiran e Sanafir, attualmente sotto il controllo egiziano. Lo ha reso noto l’avvocato e attivista Ali Ayoub sulla sua pagina ufficiale Facebook. Le 11 denunce sono state depositate dagli avvocati Malek Adly, Nasrudein Hamed, Othman el Hefnawi e Khaled Ali, quest’ultimo potenziale candidato alle elezioni presidenziali del 2018. La Camera dei rappresentanti ha già iniziato un dibattito sull’accordo in questione. Le azioni legali chiedono di fermare le discussioni presso il parlamento monocamerale egiziano che, secondo i ricorrenti, non avrebbe il diritto di approvare accordi che includono la cessione di territori egiziani.
Da domenica scorsa, 11 giugno, la Camera dei rappresentanti sta esaminando il verdetto sul trasferimento delle isole Tiran e Sanafir a Riad. L’Egitto continuerà a proteggere le isole di Tiran e Sanafir dopo averne trasferito la sovranità all’Arabia Saudita, ha detto ieri, 12 giugno, un funzionario del governo egiziano al quotidiano locale “Shorouk”.
“Trasferire la sovranità delle isole non significa smettere di proteggerle”, ha detto il funzionario in condizioni di anonimato. “L’accordo non è una cessione: contribuirà a rafforzare i legami con l’Arabia Saudita e aprirà nuove prospettive di armonia e di comprensione nei settori economici, militari e politici”, ha aggiunto il funzionario.
L’accordo, siglato alla presenza del presidente Abdel Fatah al Sisi e del re saudita Salman nell’aprile del 2016, aveva suscitato forti proteste in tutto il paese: centinaia di attivisti erano scesi in piazza per chiederne l’annullamento. Lo scorso 16 marzo, il presidente della Camera dei rappresentanti egiziana, Ali Abdel Al, aveva annunciato di aver ricevuto in via ufficiale il testo dell’accordo sulla demarcazione dei confini marittimi al fine di poter avviare la discussione sulla legittimità costituzionale del documento.
“Il parlamento ha ricevuto il documento per poter discutere l’accordo nell’ambito dei suoi poteri costituzionali”, aveva dichiarato Abdel Al in un comunicato.
L’intesa per la cessione delle isole di Tiran e Sanafir, nel Mar Rosso, all’imbocco del Golfo di Aqaba, tocca anche Israele, perché andrebbe a modificare l’accordo di pace tra il Cairo e Gerusalemme del 1979. L’isola di Tiran è infatti fondamentale per l’accesso di Israele al Mar Rosso. Il blocco navale degli stretti di Tiran, davanti alle coste di Sharm el Sheikh, è considerato ancora oggi il “casus belli” che segnò l’inizio della Guerra dei sei giorni del 1967. Da parte sua, Gerusalemme non ha espresso alcuna opposizione al passaggio delle isole sotto sovranità saudita, a patto tutto avvenga in conformità con la legge. Secondo la stampa israeliana, inoltre, con l’acquisizione delle due isole Riad accetterebbe implicitamente l’esistenza di un accordo internazionale con un governo, quello israeliano, mai riconosciuto.
Le due isole furono occupate da Israele nel 1967 durante la Guerra dei sei giorni, prima di essere restituite all’Egitto nel 1982, in base agli accordi di pace di Camp David del 1978. La proprietà delle isole disabitate all’imbocco del Golfo di Aqaba è stato a lungo contesa sia dal Cairo che da Riad. Un tempo Tiran e Sanafir formavano il confine tra l’Impero ottomano e la colonia britannica egiziana. La loro importanza strategica deriva dal fatto che si trovano sulla rotta marittima che collega il porto giordano di Aqaba e quello israeliano di Eilat.
Nel 2010, l’Egitto e l’Arabia Saudita hanno iniziato a discutere formalmente modifiche ai confini marittimi, tra cui la proprietà delle due isole. Negli ultimi anni si sono tenuti ben 10 round di discussioni sulle due isole. (agenzia nova)

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