Agcom: la tv, anche “liquida”, è il mezzo preferito, ma la pubblicità cresce solo sul web

Editoria, la crisi continua: “A rischio l’informazione”

Il presidente dell’AgCom Angelo Marcello Cardani

ROMA – Non c’è Internet che tenga: la televisione resta ancora oggi il mezzo con la maggiore valenza informativa, sia per frequenza di accesso anche a scopo informativo, sia per importanza e attendibilità percepite. Lo dice l’annuale relazione al Parlamento del presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani.
Crescono le forme di accesso non tradizionali alla tv, e in tal senso il 2017 può essere ricordato anche come l’anno della definitiva consacrazione della “televisione liquida”, con una stima di circa 3 milioni di cittadini che guardano abitualmente la tv in streaming e in numero 3/4 volte superiore che scaricano abitualmente contenuti televisivi sui propri device. Ma, detto di questo aspetto più avanzato, la televisione tradizionale manifesta comunque importanti segni di tenuta sia in termini di valore economico sia in termini di ascolti, con una audience media nel prime time serale stabilmente sopra i 25 milioni di contatti, come a fine 2016.
Quanto alla radio, altro media tradizionale, come già registrato l’anno precedente anche nel 2017 registra segnali di tenuta e consolidamento delle proprie posizioni tradizionali sia in termini di ricavi complessivi (626 milioni di euro, -0,7%), sia in termini di audience. Restando al settore radiofonico, Cardani rileva nella sua relazione al Parlamento che gli importanti processi di concentrazione verificatisi negli ultimi anni “hanno suggerito l’avvio di una analisi di mercato, la cui fase 1 si è conclusa nei mesi scorsi con l’individuazione dei due mercati rilevanti nazionale e locale”.
Nel settore radiofonico, l’Agcom, “superando difficoltà oggettive e ristrettezze tecniche”, intende incentivare, per quanto di sua competenza, il processo di digitalizzazione.
Non manca il riferimento al settore della rilevazione degli indici di ascolto, “anch’esso caratterizzato da grandi rivolgimenti”, e non si può trascurare che il 2017 è stato anche l’anno di partenza del nuovo sistema Auditel dopo i problemi degli anni precedenti, “una riforma accompagnata con attenzione dall’Autorità”.
Sul fronte Rai, il 2017 “ha visto finalmente l’approvazione del nuovo Contratto di servizio, ora quinquennale, ai cui contenuti riteniamo – sottolinea Cardani – di aver fornito un importante contributo con le nostre Linee Guida”. E non va poi sottovalutato il fatto che sono state molte le iniziative promosse, anche d’intesa con il coordinamento dei Co.Re.Com., per la tutela dei diritti degli utenti nel nuovo contesto digitale. E spiccano il contrasto al cyberbullismo, la promozione della formazione digitale, le misure per la tutela dei minori, la raccomandazione per una qualita’ piu’ avanzata della rappresentazione dell’immagine della donna nei programmi di informazione e di intrattenimento, l’atto di indirizzo sull’hate speech.

CRISI EDITORIA: «IN GIOCO C’È IL VALORE STRATEGICO DELL’INFORMAZIONE»

Continuano ad arrivare segnali di crisi e note dolenti dal mondo della carta stampata: il valore economico del settore dell’editoria quotidiana e periodica è stato nel 2017 pari a 3,6 miliardi di ricavi, registrando un’ulteriore flessione del 5,2% rispetto all’anno precedente.
Il settore dei quotidiani, in particolare, registra una ulteriore contrazione dei ricavi dell’8,9%. Lo dice l’annuale relazione al Parlamento del presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani. Ed emerge che il settore nell’ultimo decennio ha perso all’incirca metà del suo peso economico.
Cardani lancia, quindi, un allarme molto particolare: qui non sono in gioco solo i destini di una filiera industriale, “ma anche quelli di un bene di valore strategico e sociale quale l’informazione” e quindi “la crisi di questo comparto e la contestuale ascesa di Internet quale tendenziale mezzo sostitutivo, si configura quale tema di policy che interroga in primis governo e Parlamento e che richiede una riflessione di ampio respiro”.
In particolare, la crisi è legata anche all’andamento degli investimenti pubblicitari. Se l’intero settore dei media registra 14,6 miliardi di ricavi complessivi nel 2017, con una flessione limitata (-0,9%), tuttavia sono immagini differenti quelle che si hanno nei singoli comparti. Solo la scomposizione dei diversi mercati del settore è in grado di fornire una istantanea credibile.
Infatti è vero che il dato complessivo sembrerebbe deporre per una sostanziale tenuta, crescono ad esempio i ricavi pubblicitari globali, ma l’aumento della raccolta pubblicitaria è dovuto esclusivamente all’online, che cresce ancora a due cifre e vale ora 2,2 miliardi. A fronte di una raccolta pubblicitaria di quotidiani, periodici e radio che tutta assieme non arriva a 1,9 miliardi, e quasi tutti i mezzi tradizionali registrano un andamento negativo.
Anche la televisione perde un 2% di ricavi, ma con una significativa differenza tendenziale tra tv free (-3,5%) e tv pay (-0,2%). La tenuta della pay tv è riconducibile principalmente all’andamento della spesa d’utente, il cui incremento ha parzialmente assorbito le minori entrate pubblicitarie. La radio – spiega Cardani – perde qualcosa nel suo complesso (-0,7%), ma in un contesto che manifesta segnali di ripresa.
Gli investimenti pubblicitari globali appaiono sempre più re-indirizzati dai media tradizionali alle piattaforme online, che complessivamente crescono di oltre il 12%. Google e Facebook sono naturalmente i principali beneficiari di questo trend.

«CI SI INFORMA DI PIU’ SU INTERNET, MA LE FONTI NON SEMPRE ATTENDIBILI»

«Internet cresce come mezzo di informazione, oltre che come veicolo pubblicitario. Tuttavia l’attendibilità percepita delle fonti informative online, come testimonia la nostra ultima ricerca sui consumi di informazione, rimane mediamente inferiore rispetto a quella delle fonti tradizionali».
È quanto ha sottolineato il presidente dell’Autorità Garante delle Comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, concludendo la relazione annuale per il 2018.
«Altro elemento interessante – ha aggiunto Cardani – consiste nella tendenza degli italiani ad accedere all’informazione online prevalentemente attraverso fonti cosiddette algoritmiche, in particolare social network e motori di ricerca». (agi)

AGCOM – LA RELAZIONE ANNUALE 2018 IN VERSIONE INTEGRALE

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