Martedì 16 la presentazione dell’ultimo libro del presidente dei Cronisti Romani

Le confessioni del sessantottino Romano Bartoloni

Confessioni di un sessantottinoROMA – “Una cosa è certa, inequivocabile. Romano Bartoloni, giornalista e presidente del Sindacato cronisti romani, è un vulcano. Come il mitico Vulcano che forgiava i metalli, incontrato nella Mitologia e in Omero, ha sempre qualcosa di nuovo da proporre, da realizzare”. Inizia così la prefazione di Gino Falleri, altro storico giornalista del Belpaese, classe 1926, vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti di Roma, alla nuova fatica editoriale di Romano Bartoloni (classe 1936), “Confessioni di un sessantottino”, sottotitolo “Panchinari mai” (182 pagg., 14,50 euro; Edizioni Memori, collana Diario Minimo).
Sarà la Sala Azzurra della sede del Sindacato Cronisti Romani (Corso Vittorio Emanuele II, 349, primo piano, a Roma) ad ospitare la presentazione del libro, in occasione della Festa del cronista, martedì prossimo, 16 dicembre, alle ore 11: accanto all’autore, interverranno Falleri e Padre Gianfranco Grieco, capo ufficio del Pontificio Consiglio della famiglia.
D’altronde, le generazioni dai capelli bianchi hanno conquistato la longevità, il più ambito traguardo di tutti i tempi, ne hanno scoperto i segreti nella voglia di fare e di distinguersi, opponendosi agli attacchi dei rottamatori.
Rivendicano pari dignità con i giovani, rifioriscono nell’entusiasmo di esistere, si cimentano con gagliardia per restare sulla cresta dell’onda, all’occasione sanno resettarsi. Si sentono una razza a parte di longevi, e rifiutano le corrose etichette di vecchi, anziani, terziari o quaternari per ragioni di età. I “vegliardi” italiani sono fieri di essere in testa alle classifiche mondiali per longevità. Tengono duro anche se il fisiologico conflitto generazionale è diventato negli attuali tempi grami lotta di classe.
“Mio figlio – ironizza Bartoloni – mi incolpa per la mia parte. Nostro strenuo paladino è Papa Francesco e non a caso è sua la parabola in apertura al volume”.
Nel rovescio della medaglia, il tu per tu con il dramma e lo scandalo dell’Alzheimer, e gli amarcord contro la damnatio memoriae.
Romano Bartoloni, giornalista professionista da oltre 50 anni, un sorriso da adolescente, che spunta orgoglioso dal casco – eh, già, il nostro sfreccia ancora a bordo di uno scooter per le vie di Roma – è presidente del Sindacato cronisti romani e ha già scritto diversi libri, tra cui “Guida all’universo comunicazione”, “Cento anni di cronaca a Roma”, “60 anni di cronache di Roma”. Questo, dopo aver lavorato per diversi lustri nelle redazioni di quotidiani e agenzie di stampa (da Il Giorno all’Agenzia Italia, a Il Popolo, dove è stato vicedirettore).
Come se non bastasse, allo stile inossidabile e incalzante del cronista vecchia maniera, Bartoloni aggiunge un altro, fondamentale, ingrediente alle sue “Confessioni”, il cuore: non è un caso se i proventi dei diritti d’autore saranno devoluti all’associazione onlus “Alzheimer anziano fragile”.

I commenti sono chiusi.