Il segretario generale della Confederazione Francesco Cavallaro al Primo Maggio

“Cisal e Fnsi, un’intesa solida in difesa del lavoro”

Francesco Cavallaro alla Festa del lavoro della Fnsi a Reggio Calabria (foto Marco Costantino – Giornalisti Italia)

Francesco Cavallaro alla Festa del lavoro della Fnsi a Reggio Calabria (foto Marco Costantino – Giornalistitalia.it)

REGGIO CALABRIA – «Un’unione solida che resta tale nel tempo, quella tra la Fnsi e la Cisal, per difendere i diritti di tutti i lavoratori». Ci ha tenuto a rimarcarlo il segretario generale della Confederazione italiana sindacati del lavoratori autonomi, Francesco Cavallaro, parlando alla numerosa platea di giornalisti, ma anche rappresentanti delle istituzioni, delle forze di polizia, della magistratura (uno per tutti, il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri) e dell’associazionismo, alla prima Festa del lavoro organizzata dalla Federazione nazionale della Stampa italiana a Reggio Calabria.
Cavallaro, che è anche consigliere nazionale della Fnsi, ricordando «le tante battaglie condotte insieme, in Calabria e non solo, con il segretario generale aggiunto della Federazione nazionale della Stampa italiana, Carlo Parisi», ha quindi lanciato un appello contro il lavoro nero: «Serve una lotta seria e decisa al lavoro nero. Una lotta che vale per tutti i settori, giornalismo compreso, e che può essere condotta soltanto aumentando controlli e sanzioni».
«Siamo vicini alla Fnsi per la comune vocazione all’indipendenza – ha sottolineato Cavallaro – ed ora, in virtù di un’alleanza concreta, ci siamo messi a disposizione per risolvere i problemi insieme in questo drammatico momento in cui il lavoro non c’è. In cui sono state create riforme sbagliate, e mi riferisco alla Riforma Fornero, che come Cisal abbiamo sempre avversato. Vorrei ricordare che se non esiste lavoro, non ci può essere libertà».
«Anche se – ha affermato Cavallaro – non basta che il lavoro ci sia. Quando la Cisal, tre anni fa, ha lanciato lo slogan “Il Lavoro che non c’è”, intendeva lavoro stabile, remunerato in modo dignitoso e corredato dalle giuste tutele. Unico baluardo a difesa anche della libertà d’informazione». (giornalistitalia.it)

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