L’Asp: “Limitazione inedita, confidiamo in Fico”. La Fnsi: “Gravissimo”

Camera: via i giornalisti dai corridoi

Il Transatlantico

ROMA – I giornalisti delle agenzie di stampa – per la maggior parte iscritti all’Associazione stampa parlamentare, e che, dunque, seguono, da anni, l’attività politica e istituzionale di Camera e Senato – sono stati nuovamente allontanati dai corridoi antistanti le commissioni parlamentari permanenti, proprio nel giorno in cui le stesse si insediano e procedono all’elezione dei presidenti e rispettivi uffici di presidenza.
L’impossibilità per i giornalisti di accedere ai corridoi delle commissioni è una “novità” della XVIII legislatura – fino a ora, infatti, mai vi sono stati divieti – che ostacola il lavoro dei cronisti.
Già all’avvio della nuova legislatura si erano verificati episodi simili, sia durante la registrazione dei nuovi deputati, con i giornalisti tenuti a distanza addirittura ricorrendo a cordoni rossi – poi rimossi dietro la protesta dell’Asp – sia in occasione dei diversi vertici che si sono succeduti durante la difficile partita sulla formazione del governo. Anche in questi casi, sempre gli assistenti parlamentari avevano provveduto ad allontanare i giornalisti dai piani degli uffici dei gruppi.
Non solo i giornalisti delle agenzie di stampa, ma anche quelli delle radio sono stati allontanati dai corridoi e locali di Montecitorio antistanti le commissioni parlamentari. I giornalisti delle radio da sempre possono accedere ai corridoi e intervistare i parlamentari che compongono le diverse commissioni, alla fine e all’inizio dei lavori. Unici ammessi, i telecineoperatori, ai quali è stato consentito di riprendere la seduta delle commissioni ad inizio lavori. (agi)

FICO CHIEDE UN’INFORMATIVA AGLI UFFICI

«Rispetto a quanto successo stamattina, con l’allontanamento di alcuni cronisti dai corridoi delle commissioni, – si è affrettata ad affermare, con una nota, la Presidenza della Camera – il presidente della Camera, Roberto Fico, ha chiesto un’informativa agli uffici. L’impegno della presidenza sarà improntato alla massima trasparenza, nei prossimi giorni sarà aperto un tavolo con l’Associazione Stampa parlamentare, con l’intento di far sì che gli spazi di Montecitorio siano accessibili il più possibile alla stampa».

LA STAMPA PARLAMENTARE: «UNA LIMITAZIONE INEDITA, CONFIDIAMO IN FICO»

«Nella giornata di oggi, in occasione della prima riunione delle commissioni permanenti della Camera dei deputati, si è registrata una limitazione sostanzialmente inedita della possibilità di accesso dei giornalisti agli spazi del piano di Montecitorio dove si riuniscono le stesse commissioni».
A rilevarlo è l’Associazione della Stampa Parlamentare, nella nota in cui si osserva che «abitualmente i giornalisti iscritti alla Stampa parlamentare e quelli quotidianamente accreditati seguono i lavori delle commissioni sostando negli spazi ad esse attigui. Una consuetudine – sottolinea l’Asp – che rientra nel più generale diritto di accesso ai palazzi del Parlamento, limitato solo in alcuni, specifici casi».
L’Associazione stampa parlamentare ribadisce dunque che «intende riaffermare e difendere le prerogative dei giornalisti riconosciute e rispettate nelle scorse legislature, in spirito di piena collaborazione con i vertici della Camera».
L’Asp di dice, ad ogni modo, soddisfatta, per l’intervento di Fico: «Prendiamo dunque atto – conclude l’Associazione – con soddisfazione dell’impegno, manifestato dalla Presidenza della Camera, alla massima trasparenza e alla collaborazione con l’Asp perché gli spazi di Montecitorio siano il più possibile accessibili alla stampa».

LA FNSI: «UN TENTATIVO DI IMPEDIRE IL DIRITTO DI CRONACA, PESSIMO CLIMA»

«L’allontanamento dei cronisti parlamentari è un atto di inaudita gravità – interviene la Federazione nazionale della stampa italiana – perché rappresenta un chiaro tentativo di impedire loro di esercitare quel sacrosanto diritto di cronaca necessario per assicurare ai cittadini un’informazione corretta e di qualità. È un ulteriore segnale del pessimo clima che si sta cercando di creare nel Paese nei confronti di chi fa informazione, come dimostrano i ripetuti episodi di minacce, intimidazioni, perquisizioni, querele e richieste di risarcimento danni fondate sul nulla, non ultima quella annunciata dalla Fondazione Eyu nei confronti del collega Giuseppe Falci per un articolo pubblicato sul Corriere della Sera». (giornalistitalia.it)

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