Norma sugli obblighi derivanti dai contratti di lavoro. 36 consiglieri nazionali Odg

Alla Camera il nuovo Fondo unico per l’editoria

CameraROMA – Approda in aula alla Camera la proposta di legge sul nuovo fondo unico per l’editoria approvata in Commissione Cultura con l’opposizione del Movimento 5 Stelle che, almeno in un primo momento, puntava all’abolizione degli stanziamenti. “Il clima – dice il relatore del provvedimento, Roberto Rampi del Pd – è comunque positivo. M5S non ha presentato emendamenti ostruzionistici e abbiamo accettato modifiche, anche importanti, proposte da Sel e Forza Italia”.
Ci sono però voci contrarie anche fuori dal Parlamento. Confindustria Radio Tv, ad esempio, si è scagliata contro il contributo di solidarietà da parte delle aziende. La normativa rivede le fonti di finanziamento e la platea dei beneficiari, escludendo i giornali di partito e includendo le emittenti locali.
Il testo delega, inoltre, il governo a ridefinire la disciplina del sostegno pubblico all’editoria, oltre a quella sui prepensionamenti dei giornalisti e al Consiglio dell’Ordine dei giornalisti e a innovare il sistema distributivo nell’ottica di una maggiore liberalizzazione.
“In Commissione – ricorda Rampi – abbiamo approvato modifiche importanti, tra cui quella che impedisce ai giornalisti prepensionati di collaborare con la loro testata, abbiamo rafforzato le deleghe al governo per garantire una maggior tutela dei lavoratori e previsto meccanismi per sostenere la trasformazione della distribuzione”.
L’ammontare del fondo è stimato intorno agli 80 milioni, ma la Commissione Bilancio ha chiesto di effettuare alcune verifiche. Il termine per gli emendamenti è fissato per lunedì, nel pomeriggio inizierà la discussione generale e in settimana è atteso il via libera.
I FINANZIAMENTI – Ad alimentare il fondo saranno non solo le risorse statali destinate al sostegno dell’editoria quotidiana e periodica, ma anche quelle per le emittenti locali. In più ci sarà una quota delle eventuali maggiori entrate derivanti dal canone Rai (fino a 100 milioni di euro annui) e le somme derivanti dalle multe per le violazioni in materia di programmazione e pubblicità. Introdotto anche un contributo di solidarietà: i concessionari di pubblicità su tv e stampa dovranno versare lo 0,1% del reddito complessivo annuo.
LA RIPARTIZIONE – Il fondo è ripartito annualmente tra la presidenza del Consiglio e il ministero dello Sviluppo Economico. Potranno accedere al fondo le cooperative giornalistiche e gli enti senza fini di lucro; sono, invece, esclusi gli organi di partiti o movimenti politici e sindacali. Ulteriori requisiti riguardano il regolare adempimento degli obblighi derivanti dai contratti di lavoro e l’edizione della testata in formato digitale (eventualmente anche in parallelo con l’edizione in formato cartaceo). Su questo punto c’è una delega al governo a ridefinire la disciplina dei contributi diretti e a incentivare gli investimenti. Tra i criteri direttivi c’è un tetto massimo al contributo per ciascuna impresa, la graduazione in base al numero di copie annue vendute e utenti unici raggiunti, oltre che premi per l’assunzione a tempo indeterminato degli under 35.
ORDINE GIORNALISTI E PREPENSIONAMENTI – Il testo delega il governo alla razionalizzazione del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, relativamente alle competenze in materia di formazione, al procedimento disciplinare, alla riduzione del numero dei componenti fino ad un massimo di 36; alla ridefinizione, nella direzione di un progressivo allineamento con la disciplina generale, dei requisiti di anzianità per il ricorso agli ammortizzatori sociali e ai prepensionamenti per i giornalisti; alla revisione della procedura per il riconoscimento degli stati di crisi delle imprese editoriali ai fini dell’accesso ai prepensionamenti. Gli stanziamenti per i prepensionamenti entrano a far parte del fondo. (Ansa)

 

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