Mozione presentata da Pisicchio: “L’informazione primaria non sarebbe più italiana”

Agenzie: alla Camera “no alla gara” per 11 gruppi

Pino Pisicchio

Pino Pisicchio

ROMA  – «L’apertura di una procedura di gara europea esporrebbe il nostro Paese al rischio che un settore strategico, già esposto in altri comparti a potenziali riduzioni della presenza di operatori nazionali, veda anche l’informazione primaria passare nelle mani di grandi aziende non italiane, in qualche caso ampiamente sostenute dallo Stato di provenienza; si tratterebbe di un caso finora unico in Europa e senza alcuna occasione di reciprocità per le aziende italiane».
È una delle ragioni che sostanziano la mozione parlamentare depositata alla Camera sulle agenzie di stampa presentata dal presidente del gruppo Misto Pino Pisicchio (che è anche giornalista, ndr). Una mozione a cui hanno aderito altri sei capigruppo (Renato Brunetta, Lorenzo Dellai, Maurizio Lupi, Giulio Marcon, Giovanni Monchiero, Fabio Rampelli), diversi vicepresidenti e circa novanta deputati appartenenti a undici diversi gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione.
«L’iniziativa parlamentare – spiega il comunicato – prende spunto dall’intenzione manifestata dal Governo di sostituire le convenzioni per l’acquisto dei servizi informativi con un bando di gara europeo. La mozione sottolinea il valore del pluralismo dell’informazione, ribadito dalla legge di riforma dell’editoria approvata nel 2016 dal Parlamento e dalle risoluzioni del Parlamento europeo; ricorda il ruolo centrale dell’informazione primaria delle agenzie di stampa per l’intero sistema informativo nazionale; rimarca la disponibilità dai rappresentanti sindacali dei giornalisti a confrontarsi su un percorso di riordino del comparto; richiama la convinzione espressa dal presidente dell’Anac Raffaele Cantone sulla praticabilità di altri percorsi per l’assegnazione del servizio».
Nel suo dispositivo finale la mozione «impegna il Governo, prima di assumere ogni decisione in ordine alle procedure di gara: ad aprire il confronto con le rappresentanze sindacali dei lavoratori interessati, con il massimo coinvolgimento possibile anche delle rappresentanze dei giornalisti delle agenzie che hanno recentemente indetto uno sciopero contro la decisione del Governo; a individuare e adottare con la massima urgenza soluzioni alternative, a partire da quella di una legge di sistema per le agenzie di stampa, che garantiscano maggiormente la difesa del pluralismo informativo, il mantenimento all’interno delle aziende nazionali della produzione di informazione su tutte le questioni strategiche, e la tutela dei livelli occupazionali», conclude il comunicato. (agi)

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