Si è spento un grande protagonista dei giornali locali, dal Tirreno alla Nuova Sardegna

Addio a Livio Liuzzi, una vita per la cronaca

Livio Liuzzi

Livio Liuzzi

MILANO – Un grave lutto per il giornalismo italiano. È morto, all’ospedale San Raffaele di Milano, Livio Liuzzi, 72 anni, storico direttore della Nuova Sardegna, che ha guidato dal 1991 al 2005.
Nato a Udine il 12 luglio 1943, era giornalista professionista iscritto all’Ordine della Sardegna dal 2 febbraio 1970.
È stato vicedirettore e condirettore del Tirreno di Livorno, giornale nel quale si fece le ossa quando ancora si chiamava Il Telegrafo, prima di venire acquistato, nel ’78, dal Gruppo Espresso. Gruppo che Liuzzi non lasciò più, dividendosi tra la Toscana e la Sardegna, dove, convinto di dover lavorare alla “Nuova” per un breve periodo, rimase invece 14 anni: la più lunga direzione nella storia di un giornale che, di anni, ne ha 123.
Nonostante si lasciasse spesso andare a battute tutt’altro che benevole nei confronti dei sardi e della loro indole, come raccontano oggi i colleghi, Liuzzi amava la terra che lo ospitò per tanti anni e dove, alla fine, decise di metter su casa. A Sassari, dove, oltre a dirigere La Nuova, insegnò anche all’Università.
Giornalista vecchia maniera, predicava – e praticava – il rispetto delle regole e la correttezza dell’informazione. Non a caso, nel 1992, durante i giorni drammatici del rapimento del piccolo Farouk Kassam, il suo giornale, La Nuova Sardegna, ricevette una delle lettere dei sequestratori, con su scritto: “Pagate subito o tagliamo un orecchio al ragazzino”. Liuzzi decise di non pubblicarla, rispettò la consegna del silenzio e la consegnò alla Procura.
Lascia  i figli Emiliano, giornalista del Fatto Quotidiano, e Leonardo, che vende pubblicità sui giornali.

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